Sicurezza

Il Palm Stick, conosciuto anche con altri nomi e varianti nella forma, è un piccolo e insospettabile oggetto che può fare la differenza in situazioni di difesa personale



Nella difesa personale la casualità è la regola. É come se lasciassimo cadere ripetutamente i bastoncini dello “shangai”: i bastoncini si
dispongono ogni volta in maniera diversa.
Proprio come nel gioco cinese, ogni scontro si può evolvere in maniera casuale e non è detto che sia sempre legalmente possibile ricorrere all’arma da fuoco che, come già scritto in un precedente articolo , di per sé non garantisce di essere al riparo da qualsiasi aggressione.
Anche il semplice cittadino può trovarsi a dover adottare una risposta progressivamente più “incisiva” in una sorta di quello che in ambito delle FFOO è definito “indice d’azione” che prevede inizialmente il colloquio, l’allontanamento, il ricorso alle mani per poi proseguire con oggetti utili a contenere l’aggressività dell’avversario (spray al peperoncino, Taser, sfollagente).
Falliti tutti i tentativi e constatata la pericolosità dell’aggressore (che può essere armato di bastone, coltello o arma da fuoco), l’ultima risorsa è la risposta letale dell’arma da fuoco.



Da notare che in alcuni paesi degli ausili rivelatisi efficaci come il Taser, non sono permessi neanche alle FFOO. In altri stati, dove la difesa personale non è vista di buon occhio dai governi, che tentano in tutti i modi di disarmare la popolazione, qualsiasi oggetto specifico atto a offendere, utilizzato contro un aggressore, potrebbe ribaltare la posizione dell’aggredito e procurargli una pesante condanna.

Non se la passano meglio le forze di polizia che rischiano, durante arresti o interventi che richiedano il contatto fisico, di essere accusati di eccedere nell’utilizzo della forza, quando non si arrivi addirittura a intravedere il reato di tortura recentemente introdotto.
Questo è normale quando a scrivere le leggi sono personaggi che stanno seduti comodamente dietro una scrivania, hanno una scorta e non hanno mai avuto a che fare con la violenza fisica portata verso la loro persona.
Per il semplice cittadino che si trovi in una situazione difficile, dove comunque non sia necessario l’uso estremo dell’arma da fuoco, esiste un piccolo oggetto che se utilizzato correttamente può essere di enorme aiuto contro un aggressore: si tratta del cosiddetto Palm Stick (letteralmente "bastoncino da palmo/mano"), un cilindro di pochi centimetri di lunghezza che può essere comodamente portato in tasca senza destare sospetti.
Lo stesso strumento può essere una valida soluzione anche per l’appartenente alle FFOO, specialmente quando impiegato contro soggetti "poco collaborativi".




Palm stick è solo uno dei nomi con i quali è denominato tale oggetto. Kubotan, Yawara, Tabac Malit, Dos Puntas, Dulo Dulo, e altri ancora, sono i nomi che indicano o differenziano questo singolare rinforzo alle tecniche difensive.
Il Palm stick può essere utilizzato per percuotere, esercitare pressioni (dolorose) e amplificare l’efficacia delle leve articolari. In poche parole il Palm stick è un rafforzativo di alcune tecniche marziali.




Le dimensioni ottimali del Palm stick impongono che quando impugnato al centro, lo strumento sporga di qualche centimetro da ambedue i lati: in genere 15 centimetri di lunghezza complessiva sono sufficienti allo scopo.
Il diametro può variare tra poco più di 1 centimetro di una penna tattica ai 2,5 centimetri di altri modelli:
l’importante è che si riesca a impugnare il Palm Stick comodamente, consentendo una presa salda, sempre tenendo presente la dimensione della propria mano.
I materiali di un Palm Stick possono essere organici o inorganici. Può essere utilizzato legno di vario tipo, bamboo, corno o osso; altri modelli sono fabbricati utilizzando materiali metallici quali alluminio o acciaio, ma anche polimeri. Si va dal semplice cilindro di legno - liscio o finemente intarsiato - ad altri
dall’aspetto più aggressivo dotati di punte più o meno pronunciate.

Anche una normale penna può essere utilizzata per lo scopo, ma sul mercato sono ormai disponibili le cosiddette penne tattiche: ovvero penne speciali realizzate in alluminio aeronautico che assolvono il duplice scopo di scrivere ed essere utilizzate come strumento da difesa.
Altri modelli di Palm Stick, dotati di fori e anelli possono essere utilizzati come portachiavi e non dare nell’occhio se tenuti in mano. Altri ancora sono degli spray al peperoncino contenuti in un involucro di resistente alluminio che, oltre a emettere il getto urticante possono essere utilizzati come Palm Stick.
Qualsiasi oggetto di immediata disponibilità, dalle dimensioni adeguate e di materiale resistente può essere utilizzato come Palm stick. Oltre le già menzionate penne, tanto per esempio, è possibile impiegare torce tattiche, caricatori delle pistole, flaconi di ogni genere.



Per quanto riguarda la legge, trattandosi di un semplice oggetto, generalmente il Palm Stick non ha particolari controindicazioni, ad eccezione dei i modelli dotati di estremità troppo acuminate o quelli
contenenti lame classificati come coltelli.
Qualsiasi oggetto utilizzato a sproposito può far incorrere nei rigori della legge, ma d'altra parte qualunque oggetto o una tecnica difensiva messa in atto per scongiurare l’impiego dell’arma da fuoco è
sempre da prendere in considerazione.
Ovviamente un Palm stick, se non si apprendono alcune tecniche di arti marziali e si ha una discreta preparazione tecnica, resta un semplice e inutile
bastoncino.
Imparare i punti dove percuotere o esercitare pressioni, dove applicarlo per aumentare l’efficacia delle leve articolari, fa diventare questo semplice
oggetto un valido ausilio alla nostra capacità di contrastare un attacco.

KALI KALASAG
Alcune di queste tecniche sono mostrate nelle immagini grazie alla supervisione del Maestro Vito Lettieri che ha collaborato alla stesura di questo articolo.
Esperto di varie branche di arti marziali, il Maestro Vito Lettieri ha studiato per anni in diversi paesi del mondo, specialmente in Oriente, per approfondire le tecniche di combattimento sia a mani nude, sia con armi bianche e con armi non convenzionali. In Italia il Maestro Vito Lettieri è la massima autorità del Kali Kalasag (arte marziale di origine filippina con concetti totalmente occidentali) e attualmente insegna sia ai civili, sia a vari corpi speciali delle FFOO.

Per imposizioni legali o di servizio, l’arma è portata a vista oppure occultata. Nelle due modalità, per evitare tentativi di sottrazione dell’arma, occorre scegliere la fondina e le tattiche adatte.



Come ho affermato varie volte, un’arma non mette automaticamente al riparo da aggressioni anzi, se utilizzata in maniera errata può causare solo danni. Vedi articolo “l’arma non è un cane da guardia”. Nei paesi dove gli scontri a fuoco sono frequenti, la statistica rivela che spesso gli appartenenti alle FFOO, sono uccisi con la propria arma dopo averne subito la sottrazione.
Portare sulla propria persona un’arma corta per difesa, impone alcune regole che io considero fondamentali.

  • L’arma deve essere sempre portata utilizzando una fondina.
  • La fondina deve essere adatta al tipo di impiego dell’arma (porto esterno o occulto).
  • La fondina deve essere sicura e resistente.



Porto occulto
L’arma nascosta alla vista dell’avversario, rende possibile l’effetto sorpresa. Questa prerogativa dà un grande vantaggio tattico in quanto può lasciare spiazzato l’aggressore che si trova a contrastare un potenziale inaspettato. Molti sprecano questa possibilità facendo sfoggio della propria arma, cercando in tutti i modi di far sapere agli astanti che indosso hanno un’arma. Comprano la pistola più “full size”, la fondina più ingombrante disponibile sul mercato e la posizionano in modo che si veda sotto gli indumenti. Se potessero andrebbero in giro con un cartello con su scritto “sono armato”, dimenticando che avere un’arma al fianco Tecniche di prevenzione contro la sottrazione dell’arma corta può attirare gli interessi di qualcuno intenzionato a sottrarla. Se non si è preparati a combattere a mani nude in questo caso potrebbero sorgere grossi problemi


Il porto occulto, se attuato correttamente, richiede principalmente l’attenzione all’ambiente, saper notare situazioni anomale e potenzialmente pericolose. La decisione di estrarre l’arma quasi sempre, è presa solo in caso di utilizzo effettivo e almeno per i civili, raramente per tenere qualcuno sotto mira. In questi casi il rischio di sottrazione dell’arma è limitato ma comunque possibile.
Le fondine da porto occulto richiedono che l’arma sia efficacemente trattenuta al loro interno anche mentre si effettua una corsa o si ha una colluttazione e ovviamente che il grilletto resti coperto. Se nessuno si accorge che siamo armati, i congegni di ritenzione, necessari alle fondine da porto esterno, sono superflui perché possono rallentare l’estrazione, resa già problematica dovendo scostare gli indumenti.
Pensiamo agli scontri a fuoco in abiti civili come eventi classificabili nell’ambito della difesa personale ovvero scontri che avvengono in massima parte a distanza di braccio. In questi frangenti è  potizzabile che non ci sia tempo di caricare l’arma o assumere posizioni di tiro da accademia.
Occorre improvvisare e adattare la tecnica alla situazione. Dimentichiamo i film dove gli attori hanno tutto il tempo di estrarre l’arma, arretrare il carrello - con buona pace dei seguaci di qualche scuola esotica -, assumere la posizione isoscele e sparare verso un avversario che cade al primo colpo ricevuto





Visto che in ambito civile nessuno impone di portare una data arma d’ordinanza, scegliamo quella che per dimensioni più si adatta alla nostra corporatura, consentendo di celarla al massimo anche indossando abbigliamento estivo. Ricordiamo che gli estremi sono sempre da evitare. Le pistole full size, sono spesso difficili da occultare mentre le sub compact possono creare problemi di grip e capacità di colpire il bersaglio, durante azioni che si svolgono sotto stress, quando tutti i sensi vanno in tilt. Consideriamo per esempio che,la perdita di sensibilità delle parti distali e il possibile tremore dato dagli ormoni dello stress potrebbero far cadere dalla mano un’arma dalle dimensioni estremamente ridotte..

Porto esterno
A differenza di quanti possono portare l’arma celata, il porto esterno in divisa, rende più probabile il rischio di sottrazione dell’arma, sia quando è in fondina, sia quando è stata estratta per compiti operativi come tenere sotto controllo un sospetto poco collaborativo, pericoloso e a sua volta armato.

In questo caso l’attenzione all’ambiente non basta.
Occorre dotarsi di fondine dotate di congegni anti sottrazione per evitare che un malintenzionato sia facilitato a impadronirsi dell’arma in un momento di possibile distrazione o come atto disperato nel
tentativo di sopraffare l’operatore. Una volta estratta l’arma, se impiegata come deterrente, occorre utilizzare delle tecniche che impediscano o rendano difficoltosa la sottrazione dell’arma da parte dell’avversario.
In commercio esistono modelli di fondine provviste di congegni anti sottrazione che permettono la fuoriuscita dell’arma solamente premendo appositi pulsanti che disattivano il sistema di sicurezza.
Ovviamente non sono da prendere in considerazione le semplici linguette con chiusura a bottone o peggio le antidiluviane fondine da parata dotate di patta con fibbia.
Un discorso a parte meritano le fondine, molto diffuse, dotate di pulsante laterale che disattiva il sistema di ritenzione tramite una pressione esercitata con il dito indice. Ci sono due scuole di pensiero. Alcuni affermano che queste fondine siano estremamente sicure e mostrano seduti sul divano nel salotto di casa, davanti alla loro videocamera, come sia impossibile intercettare inavvertitamente il grilletto con l’indice che già preme verso il fianco dell’arma una volta che questa è stata estratta.
Altri affermano che l’indice, dopo aver premuto il pulsante di sgancio, sotto stress, nelle fasi concitate del combattimento, potrebbe continuare a premere lungo il fianco della fondina, quindi a intercettare involontariamente il grilletto e far partire prematuramente un colpo in direzione del proprio corpo. Lascio dunque al lettore decidere se è meglio un classico pulsante da azionare con il pollice al posto di quello che si aziona con l’indice.


Il materiale più adatto per una fondina da porto esterno è il Kydex di opportuno spessore. È rilevante il materiale degli attacchi al cinturone in quanto una fondina resistente, dotata però di passanti e rivetti deboli, potrebbe far subire ugualmente la sottrazione dell’arma, applicando una semplice rotazione della fondina ancorata al cinturone.
Nonostante tutte le precauzioni esiste sempre la possibilità che l’avversario tenti e riesca ad afferrare la nostra arma.


Esistono delle tecniche utili a contrastare i tentativi di sottrazione dell’arma corta. Ne abbiamo scelte alcune che abbiamo eseguito grazie alla consulenza del Maestro Vito Lettieri.
Ovviamente le tecniche mostrate, dovrebbero essere praticate ripetutamente in palestra sotto la supervisione di un insegnante qualificato. Guardare le foto serve solo a scoprire che dei sistemi esistono.
Altrimenti faremo come un noto comico americano che, in una battuta di un film, dichiarò di essere cintura nera di karate presa per corrispondenza.